martedì 26 giugno 2012

il ritorno


Non l’avrei mai detto, ma sono sopravvissuta a una  Roma afosa e caotica.

Da un’esperienza del genere si impara che:

§. il mio telefonino della nonna non potrà mai competere con un salvavita Iphon. Soprattutto quando non sai dove ti trovi, dove devi andare e come arrivarci. Ma sopra ogni altra cosa, per scoprire il titolo della canzone che danno alla radio.

2. Carina e coccolosa. Poi esci nel buio e gridi nel nulla della campagna pomeziana tutti gli insulti che ti vengono in mente in lingue fin’ora sconosciute.

°. La droga del nuovo millenio è la cucina giapponese. Mi sogno il sushi ogni notte ormai.

007. Ogni mattina, a Roma,  una sarta si sveglia e sa che dovrà correre più della costumista o potrebbe ritrovarsi  15 costumi da puffo da realizzare il giorno prima del debutto.

5.  Trovo ogni possibile difetto nei corpi perfetti delle ballerine. È una questione di sopravvivenza psicofisica.

?. se uno romano “ti piscia”, vuol semplicemente dire che ti dà buca.

Ì.  Alcuni romani arrivano ad offendersi se non si sa dell’esistenza di pachini e chianine.

*.  Sartoria Tirelli. Devo aggiungere altro?

9. Trattenere le lacrime per la felicità di un costume che resiste nonostante sia delicato come un uovo fabergè.

Ç. Fare cose che voi umani non potete neanche immaginare quando ormai si sente gridare “tra 5 minuti si va in scena”.

il prima possibile posterò delle fotografie, intanto accontentatevi del video su FB!

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